SANTA LUCIA DEL MELA


Le origini di questo centro sono antichissime, reperti archeologici, rinvenuti nel vasto territorio su cui in antiche carte geografiche veniva localizzato il tempio greco di Diana Facellina, sono purtroppo andati perduti per ignoranza e incuria.

Di certo, nel 1970, sono venute alla luce lungo il Mela, a 5 km dal centro abitato, 2 tombe romane del 11 sec. a.C..

Le supposizioni sull�esistenza poi di un villaggio arabo di nome "Mankarru", con relativo castello, non hanno finora trovato riscontri storici.

Si pensa che gli arabi, dopo la conquista dell�isola avvenuta tra l�837 e l�851, abbiano costruito a S. Lucia, sui resti di un fortilizio bizantino, una loro struttura di difesa e che una comunità di saraceni si sia stabilita sul declivio orientale del colle, intorno ad una moschea-fortezza che, nell�alto medioevo verrà trasformata nella chiesa di S. Nicola, originariamente di rito greco.

Nella zona il nome di una via ricorda un "lavacro dei saraceni", un lavatoio pubblico riservato alle donne musulmane e c�era pure una tomba con un�iscrizione araba, andata distrutta.

Gli arabi, com�era successo già per Monforte e Rometta, avrebbero poi dato notevole impulso all�agricoltura con le loro tecniche agrarie e idrauliche ed introducendo le nuove colture degli agrumi e del gelso.

Per l�epoca normanna abbiamo notizie più certe: un diploma di Ruggero II, senza data, proverebbe la presenza sul luogo di una comunità di Lombardi e altri documenti confermano l�esistenza nella piana di Milazzo di una chiesa di S. Lucia, soggetta alla sede vescovile di Patti.

Con la costruzione della chiesa nel 1094 da parte del Conte Ruggero, dopo la vittoria sui Musulmani nella piana di Milazzo, il centro abitato comincia a chiamarsi infatti "Santa Lucia de Plano Milatii".

In epoca sveva si apre uno dei periodi più prosperi per il paese, il cui territorio, ricco di foreste, veniva frequentato, come dicono i documenti, da Federico II e dalla sua corte come luogo di villeggiatura e di piacere, tanto da essere definito dall�imperatore stesso come "Casale nostris solatiis utile" (casale utile alle nostre delizie) e da spingere lo stesso imperatore a staccarlo nel 1206 per farlo diventare "Prelatura Nullis", appartenente quindi solo al re, da cui dipendeva la nomina del prelato della chiesa, a cui venne conferita da allora la carica di "cappellano Maggiore del regno di Sicilia".

Sempre nel secolo XIII in un documento dell�Archivio Capitolare di Patti S. Lucia veniva definita casale" ospitando nel 1249, insieme con il limitrofo casale di San Filippo, ben 108 famiglie, in esso si descriveva anche il "Palacium" dove l�imperatore aveva soggiornato in anni precedenti.

Già insediamento di colonie ebraiche e lombarde nel sec. XIV, al cui periodo aragonese si fa risalire la riformazione complessiva del "Palacium" e la sua trasformazione in castello turrito, la città conoscerà in seguito forme di espansione sin dalla seconda metà del sec. XV, quando già attiva città demaniale, si va aprendo a nuovi insediamenti civili e religiosi.

La città si sviluppa nella parte alta intorno alle zone di piazza Duomo, della chiesa di S. Nicola e di quella dell�Annunziata.

Nel sec. XVI fu ridefinita la cinta muraria e ampliato il Duomo, diventato troppo piccolo per contenere tutta la popolazione di allora. In questo secolo S. Lucia raggiunge il culmine della sua crescita economica e civile.

E� degli inizi del 1500 la fondazione del convento della Madonna delle Grazie, in contrada Grazia; e nel 1529 Antonello Gagini realizza la meravigliosa statua marmorea della Madonna della Neve.

Nel 1521 i Francescani Minori fondano nell�attuale piazza Milite Ignoto la chiesa di S. Maria del Gesù (oggi del Sacro Cuore) con annesso convento e chiostro e nel 1583 viene inaugurato il monastero detto della Badia, adiacente alla quattrocentesca chiesa di S. Antonio di Padova.

Di fronte al Duomo, a fianco della "Casa della Città" viene realizzato, tra il 1608 e il 1613, l�attuale palazzo vescovile demolendo un vecchio ed ampio fabbricato mentre risale al 1610 il Convento dei Frati Cappuccini, con annessa chiesa.

Nel secolo XVII il castello è in uno stato di grave degrado, con alcune parti interne in rovina, ed essendo caduto l�interesse per un suo recupero per la difesa, nel 1673 vi si costruisce la chiesa dove nel 1674 verrà collocata la statua del Gagini; nel 1695 all�interno dell�antico palazzo svevo si trasferirà il Seminario, diventando un rinomato centro studi.

I terremoti del 1693, e del 1783 causeranno ingenti danni al patrimonio edilizio, e ottant�anni dopo con la legge di soppressione degli Enti religiosi del 1866, il centro di S. Lucia verrà investito da una vera e propria bufera: viene trasformato il convento di S. Francesco, poi adibito nel 1902 in ospedale, la chiesa annessa viene drasticamente ridotta per realizzare l�antistante piazzale e viene soppresso il Monastero della Badia che diventa abitazione privata.

Negli anni successivi, fino ai giorni nostri, il centro storico viene poi sottoposto ad una discutibile serie di demolizioni e ricostruzioni, come il rifacimento della casa comunale, la vecchia "casa della città", di cui viene demolita la vasta sala consiliare dal soffitto affrescato; e di cui rimangono le due lapidi poste sopra gli ingressi e lo stemma marmoreo ricollocato sul prospetto della nuova costruzione.

Vengono demoliti antichi portali e finestre sagomate, cambiano gli antichi vicoli medioevali per consentire l�accesso ai nuovi mezzi di trasporto; e danni rilevanti inoltre vengono portati anche al patrimonio naturale, dalle fiumare ai boschi, un patrimonio che andrebbe tutelato e salvaguardato in eguale misura.

Dal 1400, Piazza Duomo, già piazza Maggiore, è il centro della città con il Duomo, la "casa della città" (poi municipio comunale), il Palazzo Vescovile, ed un�antica fontana risalente a Domenico Calamecca. Ancora oggi per i Luciesi, nel dialetto locale, è "a ghiazza": la piazza.

Negli ultimi anni essa ha perso vitalità a favore di Piazza Regina Margherita (vecchia piazza Borgo) e piazza Milite Ignoto, più centrali nell�odierna struttura urbanistica del paese e più servite.

Con l�annullamento della Sede Vescovile e in seguito il trasferimento degli uffici comunali nel nuovo edificio in costruzione, si pone seriamente il problema di dare un nuovo impulso alla piazza attraverso le nuove destinazioni da dare ai due palazzi.

Per ora essa si rianima particolarmente in occasione delle ricorrenze di S. Lucia e di S. Biagio, diventando il centro della fiera, e in agosto per i festeggiamenti per la Madonna della Neve, quando la locale banda musicale si esibisce in concerto.

Il riassetto in atto, del palazzo vescovile per una sua trasformazione in museo, e quello successivo del municipio, dove si potrebbe adeguatamente riordinare e sistemare il prezioso archivio storico in possesso del Comune, potrebbero dare nuovo slancio a questa antica parte del paese, aprendo al pubblico i locali e dando la possibilità a tutti di conoscere patrimoni ivi conservati.

Del Duomo abbiamo già accennato; fatto edificare nel 1094 da Ruggero d�Altavilla fu ricostruito tra il 1607 e il 1642; chiesa a tre navate, divise da 12 colonne di granito, vanta numerose opere d�arte.

Il Palazzo Vescovile, costruito tra il 1608 e il 1613 con annesso giardino dal novarese Vincenzo Ferriato per ordine di mons. Rao, venne dato in donazione al re come abitazione dei prelati successivi; subì danni dal terremoto del 1783 e con i restauri vi furono apportate modifiche; in questo secolo ebbe nuove e varie sistemazioni interne assieme alla cappella annessa.

La fontana al centro della piazza è ciò che rimane del vecchio monumento del Calamecca, risalente al 1566, restaurato poi nel 1700 ed eliminato nel 1880.

Ricollocata successivamente, non venne mai ricomposta completamente, mancando la tazza inferiore mentre il putto che vediamo attualmente proviene da una casa privata.

ANTICHE TRADIZIONI E FESTE POPOLARI

Importante, per la conservazione delle antiche tradizioni e del senso corale, sono le numerose feste popolari che si tengono tuttora a S. Lucia, in paese e nelle sue contrade. Oltre ad avere questa funzione di "ricordo", esse servono a tener vive tutte le parti del paese interessate, or l�una or l�altra, allo svolgimento ditali manifestazioni.


 Santa Lucia del Mela immagini

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