Giuseppe Ungaretti
LA VITA DI UNGARETTI E L'ERMETISMO
Giuseppe Ungaretti nasce ad Alessandria d'Egitto nel 1888, dove la sua famiglia di origine toscana, precisamente di Lucca, si era trasferita per ragioni di lavoro. Suo padre, che lavorava come operaio alla costruzione del canale di Suez, muore in un incidente; è così la madre che riesce a mandare avanti la famiglia grazie ai guadagni di un negozio della periferia di Alessandria.
Ungaretti ,dopo aver terminato gli studi nelle scuole egiziane, a ventiquattro anni li perfeziona per due anni a Parigi , dove conobbe i rappresentanti più significativi del Futurismo. Acceso sostenitore dell'interventismo, nel 1914 mentre si trova in Versilia, viene richiamato alle armi come fante . E' in questo periodo che Ungaretti scrive le sue poesie più belle. Alla fine della guerra ritorna a Parigi dove si sposa; dal 1936 al 1942 insegna letteratura italiana all'Università di S. Paolo in Brasile. In questo periodo muore suo figlio Antonello di 9 anni . Nel 1948 ricopre la cattedra di letteratura all'Università di Roma fino al 1958.
Muore a Milano all'età di settantadue anni nel 1970. Tra le sue opere più importanti vanno citate: Il porto sepolto, l'Allegria, Il sentimento del tempo, Il dolore, La terra promessa e Il taccuino del vecchio. Oggi è considerato uno dei più importanti poeti della poesia ermetica.
L'ERMETISMO
La poesia ermetica fu così chiamata nel 1936 dal critico letterario F. Flora il quale utilizzando l'aggettivo ermetico volle definire un tipo di poesia caratterizzata da un linguaggio difficile, ambiguo e misterioso. Gli ermetici con i loro versi non raccontano, non descrivono, non spiegano, ma fissano sulla pagina dei frammenti di verità a cui sono pervenuti in momenti di grazia, attraverso la rivelazione poetica e non con l' influenza della ragione .
I loro testi sono composti da poche parole , che hanno un'intensa carica simbolica. Gli ermetici si sentono lontani dalla vita sociale, l'esperienza della prima guerra mondiale e del periodo fascista li ha condannati ad una grande solitudine morale, la quale li confina in una ricerca poetica riservata a pochi e priva di impegno sul campo politico.
Gli Ermetici si ispiravano ai poeti francesi del decadentismo, per esempio alla loro elaborazione delle "corrispondenze" e al valore stesso della poesia che diventa uno strumento di conoscenza. La poesia ermetica si distingue per l'uso evocativo della parola, dell'analogia, di figure come la sinestesia. I temi ricorrenti si possono riassumere in a) ricerca del significato della vita attraverso l'indagine interiore della propria esistenza b) portare alla luce frammenti di esistenza, di vita e di natura c) visione non ottimista della vita stessa attraversata dal "male di vivere", quindi poesia ad alto contenuto filosofico. Sono considerati ermetici Montale (che introdusse la tecnica del "correlativo oggettivo"), Quasimodo, Saba, mentre Ungaretti è generalmente indicato come il caposcuola dell'Ermetismo.
Analisi delle poesie di Ungaretti
Le poesie di Ungaretti, sono molto diverse da quelle degli altri poeti. Esse, infatti, sono molto brevi, a volte composte da una sola frase, mancano di punteggiatura ed è molto importante il titolo.
Poesie brevi
Le poesie di Ungaretti sono brevi; infatti l’autore è un poeta ermetico. Questa forma letteraria, difatti, dà poca importanza alla lunghezza della poesia, esaltando invece le emozioni forti, a volte molto evidenti, a volte nascoste.
Mancanza della punteggiatura
La mancanza della punteggiatura dà alla poesia un senso di dolore. Infatti, le poesie di Ungaretti sono molto tristi, essendo ispirate dalla Prima Guerra Mondiale. Anche gli spazi tra una strofa e l’altra sono importanti: danno alla poesia un ritmo simile ad un singhiozzo.
L’importanza del titolo
Il titolo, nelle poesie ermetiche, è molto importante. In esse, infatti, è racchiuso tutto il significato della poesia, e, a volte, ne è racchiusa la morale.
La fragilità dell'uomo durante la guerra
La poesia di Ungaretti nasce in stretto rapporto con un'esperienza autobiografica traumatica: fante nella prima guerra mondiale, il poeta scopre improvvisamente la distanza della retorica interventista dalla realtà della vita al fronte. Ungaretti sente l'esigenza di una poesia nuova, lontana dagli sperimentalismi dei futuristi. Se prendiamo in esame poesie della raccolta L'allegria come Veglia, Fratelli e Soldati notiamo come esse siano caratterizzate dalla brevità dei versi, dalla sintassi semplificata e dall'uso dei verso libero e di similitudini e metafore.
Veglia
Cima Quattro il 23 dicembre 1915
Un'intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d'amore
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita.
Questa poesia, scaturita da una reale esperienza di guerra, parla di una notte di riflessione e di angoscia accanto a un compagno ucciso: la prossimità della morte, la consapevolezza della sua imminenza, suscitano nel poeta un disperato amore per la vita. li poeta contrappone esplicitamente l'atmosfera di morte in cui si trova e l'impulso vitale che sorge in lui che lo porta a scrivere lettere piene d'amore.
Fratelli
Mariano il 15 luglio 1916
Di che reggimento siete
fratelli?
Parola tremante
nella notte
Foglia appena nata
Nell'aria spasimante
involontaria rivolta
dell'uomo presente alla sua
fragilità
Fratelli
Redatta per la prima volta nel 1916 con il titolo Soldati, la poesia fu spesso rimaneggiata da Ungaretti nel corso degli anni e assunse la veste definitiva nell'edizione dell'Allegria del 1942. Il poeta esprime la fraterna solidarietà che lega i soldati nella condizione di precarietà imposta dalla guerra. La riscoperta della fratellanza scaturisce, senza dubbio, da questa esperienza cruenta, tuttavia la circostanza presa in esame viene trascesa e la riflessione del poeta si estende alla generale condizione umana.
Soldati
Bosco di Courton luglio 1918
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie.
La poesia, tratta dalla sezione Girovago, si basa sull'analogia tra i combattenti indicati dal titolo e le foglie che d'autunno sono destinate a cadere dall'albero: la precarietà dell'esistenza è però comunque insita nella condizione umana ed è in grazia di quest'ordine naturale che la poesia non comunica tanto angoscia, quanto piuttosto senso di attesa.