Valentina Oteri  
classe III sez. E

Esami di scuola media 2006-2007

IL PRIMO NOVECENTO

 

 

Ed. Musicale

Origine e Sviluppo della Musica Jazz

Durante il periodo della schiavitù, ed in parte anche dopo l’emancipazione (avvenuta durante la guerra di Secessione), nascono i primi canti negroamericani che, sebbene influenzati dalla musica europea dei coloni, hanno una loro inconfondibile caratteristica, saranno questi la materia prima che porterà alla nascita del Jazz. Infatti durante il lavoro nelle piantagioni i negri, cercando di alleviare la fatica del lavoro, solevano accompagnarsi con canti collettivi cadenzati: i Work Songs (Canti del Lavoro), la cui scansione ritmica coincideva con la cadenza dello sforzo fisico. Quando poi i missionari cristiani iniziarono la conversione degli schiavi, nacquero i Negro Spirituals, canti collettivi religiosi con testi tratti dalla Bibbia e adattati poeticamente alla loro misera situazione di schiavi. La prima raccolta Negro Spirituals fu pubblicata negli Stati Uniti nel 1867. Ma è certamente il Blues, canto individuale profano, nato dalle influenze dei canti di lavoro e religiosi (Folk Songs), che maggiormente ha contribuito alla nascita del Jazz.

Il blues tratta dei grandi e piccoli problemi della vita quotidiana dei negri: le pesanti condizioni di lavoro, la prigione, la lotta per l’esistenza, ma anche momenti di felicità e divertimento. Inizialmente lo strumento utilizzato per accompagnare il Blues fu il Banjo, sostituito in seguito dalla chitarra, perché, per la sua duttilità, più adatta ad esprimerne le particolari caratteristiche. La prima grande interprete di Blues fu ‘ Ma’ Rainey, considerata la” Madre del Blues”.

Sinteticamente possiamo suddividere gli sviluppi del Jazz in quattro periodi principali, pur tenendo presente che i diversi stili a volte s’intrecciano, ritornano, si diversificano al loro interno.

 

  1-   Il primo periodo va dalle origini, cioè dalla fine dell’800, sino al 1920 circa, quando dagli Stati del Sudi più valenti musicisti Jazz si trasferirono nelle grandi città del Nord in cerca di nuove possibilità di lavoro.

 

Di questo primo periodo è certamente a New Orleans, la città più grande del sud alla foce del Mississippi, che il  Jazz ha avuto le sue più importanti e prime manifestazioni, tanto che viene considerata la < culla del Jazz>.

E’ in questa città che operano le prime Brass Bands (Fanfare) impiegate nei balli, sui battelli che risalivano il Mississippi o nei funerali.

Grande impulso allo sviluppo del Jazz si ebbe con il Ragtime (suonato dai negri e dai bianchi), musica di carattere allegro per pianoforte. Ma fu certamente a Storyville, quartiere di New Orleans dove erano stati concentrati tutti i locali di divertimento della città e lavoravano i più importanti musicisti, che la musica afro – americana ebbe la sua decisiva formazione. Ma quando nel 1917, per le frequenti risse, i traffici illegali, le ruberie fu decretata la chiusura di Storyville, molti musicisti rimasti improvvisamente senza lavoro decisero di lasciare la città per recarsi al Nord, concludendo in tal modo un periodo fondamentale del Jazz.

Di questo primo periodo ricordiamo i seguenti musicisti: Buddy Bolden, Jelly Roll Morton, l’esordiente Louis Armstrong, King Oliver ecc.

 

2-      2-  Il secondo periodo, che va dal 1920 circa al 1935 ed è considerato il periodo d’affermazione e di maggior successo del Jazz, interessa soprattutto Chicago, New York e Kansas City.

 

Infatti, in questo periodo si affermano i musicisti provenienti da New Orleans e i primi complessi bianchi, come la Original Dixieland Jazz Band.

Dal 1920 hanno inizio le trasmissioni radiofoniche di Jazz, che faranno conoscere questa musica in tutti gli Stati Uniti. Nascono un nuovo stil chiamato Hot Music ( musica calda) e due nuovi balli: il Bolgie Woogie, e il Charleston. Nel 1924 un giovane musicista, George Gershwin, porta al successo un brano: < Rapsodia in blu > (Rhapsody in blue), considerato il primo esempio di Jazz sinfonico.

Di questo periodo ricordiamo, oltre a Louis Armstrong, Duke Ellington ( pianista, compositore e direttore d’orchestra), Bix Beiderbecke ( cornettista e pianista), Jo Jones ( batterista), Tommy Dorsey ( trombonista ), Bessie Smith ( cantante) ecc.

 

3-    3-  Il terzo episodio, che va dal 1935 al 1945, è chiamato Swing Era ( Era dello Swing), genere di Jazz che doveva servire principalmente per ballare. In questo periodo, grazieal clarinettista Benny Goodman ed alla sua orchestra, il Jazz divenne un genere musicale conosciuto in tutto il mondo. Si affermano le grandi orchestre come quella dell’intramontabile Louis Armstrong, di Duke Ellington, Glenn Miller, Count Basie, oltre a quella di Benny Goodman.

Le orchestre, chiamate Swing Bands, comprendevano da 13 a 18 elementi. A volte l’orchestra comprendeva anche dei cantanti, che potevano essere più di uno. Per le eccezionali qualità timbriche e di estensione della sua voce e lo spiccato senso del ritmo ricordiamo la più famosa cantante Jazz, Ella Fitzgerald. Il terzo periodo si concluse quando Glenn Miller, direttore dell’orchestra dell’ Aeronautica, degli Stati Uniti, precipitò nella Manica con l’aereo che lo trasportava, era il dicembre del 1944.

4-    4-  Dal 1945 ad oggi si sono succeduti diversi stili di Jazz, che elenchiamo brevemente:

  • Il Bebop, iniziato da Dizzy Gillespie e Charlie Parker.

  • Il Cool Jazz (Jazz freddo), il cui rappresentante più significativo fu il pianista di origine italiana Lennie Tristano.

  • Il Free Jazz (Jazz libero).

Il free jazz prese gli inizi nel 1960 dal saxofonista Ornette Colemen il quale parte da presupposti di carattere ideologico desunti principalmente dal leader negro Malcon X, per affermare la protesta dei negri americani contro il problema, non ancora risolto, della discriminazione razziale e dei ghetti negri, attraverso un genere di musica che rifiuta ogni tradizione e si esprime pertanto nella più assoluta libertà. Per accentuare senza equivoci questo mutamento alcuni musicisti la chiamano < new music> ( nuova musica) o più semplicemente <blak music> (musica nera), rifiutandoanche il termine Jazz.

I complessi di questo ultimo periodo sono sempre formati da un numero ridotto di musicisti, che però variano nella loro formazione strumentale.

 

 

Esami di scuola media 2006-2007 - Valentina Oteri III E