Strade e trazzere sui Peloritani
Il territorio della cuspide Peloritana è interessato dalla presenza di una importante direttrice di marcia: la "Dorsale dei Peloritani", clic corre lungo la linea spartiacque, (la Portella di San Rizzo sino a raggiungere, dopo circa 70 km, Portella Mandrazzi. Questa via costituisce l�ossatura portante di una rete viaria interna che si articola su diversi bracci che da questa arteria principale si distaccano scendendo lungo le valli e le fìumare degli opposti versanti tirrenico e jonico.
Grazie a questa complessa rete viaria, il capoluogo è collegato con i centri collinari e montoni dei Peloritani e questi tra loro e con quelli del versante opposto.
Alcuni di questi bracci rappresentano delle vie di particolare importanza: così la carrozzabile che da S. Lucia del Mela sale, tra le valli del Mela e del Floripotena, sino a Pizzo della Croce (m. 1212) dove si inserisce nella "Dorsale dei Peloritani��.
Più avanti, verso Portella Mandrazzi, alla Serra di Ianni (m. 1052), a sinistra scende una carrozzabile per Mandanici; la "Dorsale" invece dopo Monte Gardile, scende a destra verso Castroreale. Questi due bracci, verso Mandanici e Castroreale, unitamente ad alcuni tratti di "Dorsale", costituiscono un�altra importante e storica via interna dei Peloritani: "La Castroreale-Mandanici��.
La "Dorsale dei Peloritani" si snoda lungo un suggestivo e panoramico percorso in quota che, seguendo grossomodo la linea spartiacque, si affaccia sui (lue opposti versanti (tirrenico e jonico) e sulla serie di valli che si aprono perpendicolarmente allo spartiacque.
Da portello di San Rizzo (m. 465), passando sotto monte Antennamare, la strada scorre verso Pizzo Bottino nÌ. 1076) da cui si diparte una traccia per Monforte San Giorgio e scende a Portella dell�Orso (m. 989). Quindi risale verso la cima di Pizzo cavallo (tu. 1040) e ridiscende sul pianoro di Piano Margi (m. 659). Da qui un sentiero sale a Portella Femmina Morta (m. 1087) costeggiando a sinistra Monte Poverello (m. 1279). Segue Portello della Mento (m. 1034) ove si trovano diverse indicazioni lapidee dell�inizio del secolo, ed il Pizzo della Croce donde si inserisce la carrozzabile di Santa Lucia del Mela. La "Dorsale" prosegue in quota, sul filo della cresta, e, dopo il Pizzo Acqua Bianca (m. 1210) e Pizzo cipolla, alla Serra di Ianni (m. 1052) a sinistra si incontra la deviazione per Mandanici. Proseguendo, dopo Portello Badile (m. 1105 e Portella Femmina Morta (m. 1076), la strada si divide: il braccio più importante scende verso Castroreale; un sentiero a
sinistra s�inerpica sui costoni della Montagna di Vernà puntando su Portella Mandrazzi. Pur non rientrando nella grande viabilità siciliana documentata in epoca romana, tuttavia non si può escludere che parti della "Dorsale" siano state ampiamente utilizzate in epoca classica e medievale per comunicazioni interne o ancor più per fini strategici.
Presso la vetta di "Ntinnamari" il saraceno Din Omar costruì un Padiglione di caccia, o di riposo; la stessa strada servì come "arteria di collegamento tra le torri del pirotelegrafo, ovvero una catena di posti di segnalazione a fuochi per assolvere alle esigenze di rapida trasmissione di importanti notizie..." (M. Morabito).
L�importanza strategica di questa strada non sfuggi ai tecnici del Regno d�Italia che ne finalizzarono l�uso a scopi squisitamente militari, lasciandola come una sorta di strada semisegreta, chiusa.., al normale traffico viario". Tale caratteristica di questa via, che ancora oggi è conosciuta come "Strada militare", si è mantenuta inalterata fino ai nostri giorni. Di tanto in tanto si scorgono semisepolte alcune pietre miliari che risalgono all�inizio del secolo e che recano indicazioni sul percorso.
Invero all�inizio del secolo si postulò anche un uso diverso del sistema viario che faceva perno sulla "Dorsale". Ne è testimonianza il resoconto di una seduta del Comune di Santa Lucia del Mela nella quale si propose di riutilizzare questo complesso sistema viario con la costruzione di una piccola ferrovia a scartamento ridotto che, viaggiando in quota su questi costoni a strapiombo, avrebbe dovuto collegare i paesi interni della cuspide peloritana.
Forse anche Castroreale-Mandanici ha antiche origini: lo testimonierebbe una tradizione che vuole il figlio di Ruggero I, Simone, portato febbricitante lungo questa via al Monastero di Gola, presso Barcellona, dove poi morì (e ne rimane il monumento funerario).
Oggi la "Dorsale dei Peloritani" (diventata la S.P. n. 50/bis)", pur avendo perso in importanza strategica, ha mantenuto il suo straordinario fascino di "Alta Via" che si snoda a strapiombo su burroni e valli, sempre mantenendosi tra gli 800 e i 1200 metri con la suggestione di una strada andina. Grazie alla bassa antropizzazione il territorio circostante ha subito un minore deterioramento ambientale.
L�ipotesi più naturale è quella di farne una logica prosecuzione del Grande Sentiero Italia che percorre il dorso di tutta la penisola delle Alpi sino all�Aspromonte e che diventerà un grande sentiero attrezzato per escursionismo.
Una utilizzazione diversa, così come ancora viene postulato, oltre che inutile spreco, costituirebbe una ferita insanabile per un territorio, appunto la Cuspide Peloritana, che si giova di un "cuore" interno che è rimasto lontano dai grandi traffici viari.
ROBERTO MOTTA